Mercoledì 3 aprile alle ore 8,30-13,00 presso la Sala delle Capriate del Palazzo Steri, Piazza Marina, 61 – Palermo, presentano: XXVII Rapporto Immigrazione. Un nuovo linguaggio per le migrazioni. Il Diritto d’asilo Report 2018: Accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Contribuire alla “costruzione di un nuovo linguaggio per le migrazioni”.
Fotografare la situazione dei rifugiati e dei profughi in cerca di accoglienza, protezione, promozione ed inserimento sociale. Questi gli obiettivi del nuovo Rapporto Immigrazione e del Report sul diritto d’asilo, redatti da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. I due volumi saranno presentati il prossimo 3 aprile dalle ore 8,30 alle ore 13,00 presso la Sala delle Capriate del Palazzo Steri in Piazza Marina, 61 – Palermo.
Il lavoro, la scuola, la cittadinanza, la salute, la devianza, la richiesta di asilo sono i principali temi oggetto dell’analisi. I rapporti presentano una sezione internazionale che si focalizza sulle dinamiche a livello globale ed europeo, ed una parte nazionale che si concentra sulla presenza nel nostro Paese di oltre 5 milioni di cittadini stranieri.
“È evidente – scrivono don Francesco Soddu e don Giovanni De Robertis, rispettivamente Direttore di Caritas Italiana e Direttore generale della Fondazione Migrantes – che ci troviamo di fronte a una “emergenza culturale” che richiede un intervento strutturato e di lungo periodo. È necessario mettere in campo tutte le risorse educative capaci di stimolare, da un lato, il necessario approfondimento rispetto a temi che sono ormai cruciali, e dall’altro lato di accompagnare le nostre comunità verso l’acquisizione di una nuova ‘grammatica della comunicazione’ che sia innanzitutto aderente ai fatti e rispettosa delle persone”.
I due organismi pastorali della CEI ribadiscono l’impegno della Chiesa in Italia per le persone più fragili e, fra queste, le donne e i minori che raggiungono l’Europa lasciando “contesti difficili dove ogni idea di futuro è compromessa da conflitti e povertà diffusa”.